6.25.2010

TRIBUTO A JEAN PAUL SARTRE

DA UN DIARIO:SETTEMBRE 2007

(...) Sento vuoto profondo, non sano vuoto, ma vuoto oscuro: dove ci sono bestie che aspettano nascoste in qualche cantuccio. Come mi e' sembrata effimera e indegna la vita, per un tempo, oggi. Infima, non degna. Il mio essere mi e' parso ipocrita, irrispettabile.
Mi sono chiesta come e' possibile vivere in questo mio corpo cosi' piccolo, con una consapevolezza senza casa, senza porto. Una consapevolezza che vaga confusa tra le correnti diverse. Come si puo' chiamare vita questo non appartenere a nulla in senso completo, questo corrodersi in un'illusione di una realta' paradisiaca, di un me paradisiaco!? Mi ubriaco di illusioni e a volte mi disprezzo per questo, poi mi disprezzo per il fatto che mi disprezzo e cerco di rimanere rilassata e in contatto con l'amore. E' un'altalena (...)

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